ORGOGLIOSI DI ESSERE EMPOLESI
RANGERS 1976 EMPOLI - DOVE BATTE IL CUORE DI UNA CITTA'
TIFO EMPOLI PERCHE' E' LA SQUADRA DELLA MIA CITTA'
Empoli - Storia - Monumenti - Stadio - Come arrivare

cartina interattiva del circondario Empolese-Valdelsa --- cliccare sul paese per leggerne le relative notizie

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IL TERRITORIO DEL COMUNE DI EMPOLI
Storia - Monumenti - Stadio - Come arrivare - Cartina

ABITANTI: 46.444 al 30/6/2007  
Nel passato il Comune contava 4.910 abitanti nel 1551 - 7.169 nel 1745 - 12.204 nel 1830 - 17.487 nel 1881 - 25.965 nel 1936 - 29.330 nel 1951 - 36.996 nel 1961 - 44.129 nel 1971 - 45.181 nel 1981 - 43.522 nel 1991 - 43.677 nel 1998 - 46.444 nel 2007

SUPERFICIE: kmq 62,28 - ALTITUDINE: m. 28 s.l.m. - PREFISSO TELEFONICO: 0571 - CODICE POSTALE: 50053
Latitudine: Nord 43° 43' 05" - Longitudine: Est di Greenwich 10° 56' 50" - Longitudine: Est di Monte Mario (Roma) 1° 30' 15"
Punto più alto: m. 206 s.l.m. - Punto più basso: m. 22 s.l.m.
CONFINI: Nord: (lungo il fiume Arno) Comuni di Cerreto Guidi, di Vinci e di Capraia e Limite - Est: Comuni di Montelupo Fiorentino e di Montespertoli - Sud: Comuni di Montespertoli e di Castelfiorentino - Ovest: (lungo il fiume Elsa) Comune di San Miniato
DISTANZE chilometriche in Toscana: Firenze 32 Km - Pisa 49 Km - Lucca 44 km - Pistoia 35 km - Prato 33 km - Siena 65 km - Livorno 60 Km - Volterra 57 km - Viareggio 69 km - Abetone 84 km

Il territorio di Empoli e le sue frazioni

STEMMA E GONFALONE DI EMPOLI:
Nel XII secolo nasce la Comunità di Empoli dall'unione fra i popoli della Lega di Empoli, della Lega di Monterappoli e della Lega di Pontormo che si unirono per meglio difendersi dai nemici. Ognuna giura fedeltà alle altre costituendo forza comune per la difesa del territorio. L'attuale moderno Comune di Empoli nasce ufficialmente il 24 maggio 1774, allorquando Pietro Leopoldo riunì definitivamente a Empoli i comuni di Monterappoli e Pontorme, che già in precedenza avevano formato l'antica Comunità. Nello stemma, quindi, ora come allora, sono rappresentati i simboli dei tre popoli: nella parte superiore appare Empoli, con la facciata dell'antica Pieve; in basso a destra dello scudo, sei colli sovrastati da una vite con tre grappoli d'uva ricordano Monterappoli; il popolo di Pontormo si ritrova nella figura dell'antico ponte, fiancheggiato da una torre, e nell'immagine di san Michele arcangelo, patrono di quel castello. Il 23 ottobre 1927, Vittorio Emanuele III concesse a Empoli il titolo di città. L'anno successivo fu riconosciuto lo stemma comunale, con un'unica variante: alla corona comitale fu sostituita la corona civica.

Gonfalone della comunità di Empoli

ECONOMIA:
Nel passato le risorse economiche provenivano non solo da una fiorente agricoltura (il Guicciardini la defini «il granaio di Firenze» e la fertilità del suo territorio ha sempre permesso colture specializzate di pregio), che forniva grano, vino, olio, frutta, legumi e ortaggi, ma anche in età moderna da numerose industrie quali fabbriche di panni di lino, lana e canapa, concerie, fornaci per la fabbricazione del vetro, per le maioliche e per i laterizi; vi si lavorava il rame e si producevano cappelli di paglia e di pelo. Nel 1830 vi venne fondata la prima manifattura italiana di fiammiferi (la Rosselli a Pontorme). Empoli oggi è uno dei maggiori centri industriali della Toscana, anche se soffre una sensibile flessione degli addetti: numerose sono le aziende di confezioni; molto sviluppata è l'industria alimentare (gelati e pasta), alla quale si aggiunge quella meccanica, informatica e del legno. Conta inoltre una fabbrica di prodotti chimici, concerie, fabbriche di laterizi, vetrerie, pelletterie, un'azienda che produce surrogati di caffè. Ancora rinomata è l'agricoltura per la produzione di cereali, di ortaggi e di frutta e per l'avicoltura. Famoso in tutto il mondo il carciofo di Empoli (prodotto d.o.c. recentemente valorizzato anche dall'Unione Europea) anche se le carciofaie nella nostra zona sono rimaste pochissime.

TURISMO:
Per informazioni turistiche specifiche (alloggio, ristorazione, ecc.): Ufficio Turistico Intercomunale (tel. 0571.568012 fax 567930 e-mail terre-rinasc-inf@hotmail.com)


COME ARRIVARE A EMPOLI

AUTO:
Dall'autostrada del Sole A1 : Uscire al casello di Firenze Scandicci e immettersi sulla Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno (S.G.C. FI-PI-LI) - Dopo 23 Km uscire a Empoli Est e andare verso il Centro (per lo stadio dopo 2 Km al secondo semaforo che si trova girare a destra). Per chi non va di fretta consigliato il percorso della vecchia SS67 da prendere uscendo dalla FI-PI-LI dopo 3 Km prendendo per Signa. La strada costeggia le rive dell'Arno fino ad Empoli in uno splendido paesaggio toscano che accompagna fino alle porte della città.
Dall'autostrada A12: Per chi proviene da Sud, uscire al Casello di Collesalvetti e immettersi sulla Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno (S.G.C. FI-PI-LI). Per chi proviene da Nord uscire al Casello di Pisa Centro e immettersi sulla Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno (S.G.C. FI-PI-LI). Dopo 49 Km uscita Empoli e andare verso il Centro oppure uscire a Empoli Est e andare verso il Centro (per lo stadio dopo 2 Km al secondo semaforo che si trova girare a destra).

TRENO:
Empoli è un importantissimo nodo ferroviario servito da due linee (Firenze-Pisa e Empoli-Siena) con numerosi treni a tutte le ore. Per informazioni sugli orari e sui treni tel. 055.288480. Per lo stadio usciti dalla stazione tutto a diritto attraversando Piazza della Vittoria (500 mt e 10 minuti per arrivare)

AEREO:
Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze (24 Km da Empoli) per informazioni orari voli tel. 055.061700 e Aeroporto Galileo Galilei di Pisa (47 Km da Empoli) per informazioni orari voli tel. 050.500706. E' possibile utilizzare il treno diretto che collega direttamente Pisa Aeroporto con Empoli e Firenze che parte ad ogni ora.


LO STADIO COMUNALE
"Carlo Castellani"

Nel 1936, prima della seconda guerra mondiale, lo Stadio Comunale di Empoli venne costruito nella zona di Via Masini. Fu intitolato a "Franco Martelli" ma nel dopoguerra venne rinominato "Carlo Castellani" in onore del suo più prestigioso giocatore che morì deportato insieme ad altri cittadini empolesi nel campo di concentramento nazista di Mauthausen.
Nella foto sotto dove vedete la Tribuna Coperta adesso si sono le Poste Nuove e Via Masini passa lungo il muro in basso dove c'è il cancello d'ingresso. Nel vecchio Castellani l''Empoli giocò fino agli anni 60, quando fu costruito il nuovo impianto e sul vecchio venne edificata parte della città attuale.

1935: Lo stadio Comunale di Empoli che era situato nella zona di Via Masini

L'impianto base dell'attuale Stadio Comunale Carlo Castellani di Empoli è stato realizzato nel 1963 ed inaugurato ufficialmente il 12 settembre 1965. Inizialmente la struttura era composta dalla sola Tribuna coperta che garantiva circa 4.000 spettatori. Con la Serie B nel 1983 venne costruita una maratona in tubi che poi nel 1990 è stata trasformata nell'attuale maratona in cemento a due piani. Con la A nel 1986 si sono aggiunte le due Curve (la Sud e la Nord). Nel 1997 è stata ampliata la Curva Nord e il Parterre per poter disputare la serie A conquistata nuovamente. Nel 2006 dopo ulteriori necessità dettate dalla Lega Calcio è stata ricostruita la Curva Sud (destinata agli ospiti) che attualmente può contenere circa 3.200 posti a sedere. Nel 2007 è stata posta la copertura alla Maratona. Attualmente dopo sistemazioni e rattoppamenti qua e la lo stadio è così composto:

La planimetria dello stadio Carlo Castellani di Empoli

  1- Curva Sud (ospiti) 3.280 posti   2- Curva Nord 2.050 posti  3- Curva Parterre Nord (ospiti) 1.100 posti
  4- Maratona Inferiore 2.900 posti   5- Maratona Superiore 2.700 posti  6- Laterale Nord 850 posti
  7- Laterale Sud 850 posti   8- Tribuna Inferiore numerata 1.280 posti  9- Poltrone pari 620 posti
10- Poltrone dispari 620 posti 11- Poltronissime centrali 500 posti Totale capienza 16.750 posti circa

L'impianto comprende due campi di calcio: -Il campo principale di dimensioni 107x67 e un campo sussidiario adiacente di dimensioni 108,50 per 61,20 dotato di tribune con capienza di 1230 spettatori (questo campo è stato utilizzato per le partite ufficiali in alcune gare di serie C negli anni 70-80). Gli spogliatoi sono situati nel sottotribuna con un tunnel che porta direttamente sul campo all'altezza del centrocampo. Nel sottotribuna e nel sottomaratona numerose palestre aperte a tutti e sedi di molte società sportive empolesi. Nei vecchi spogliatoi c'è la sede dell'Unione Club Azzurri che riunisce i Club di tifosi dell'Empoli Calcio. Lo stadio ha un impianto destinato anche all'atletica leggera. L'iniziale impianto costruito nel 1963 insieme al campo per il calcio è stato sottoposto nel 1984 ad una radicale ristrutturazione con l'aumento delle corsie da 6 a 8, con il rifacimento del manto in sintetico (tartan) e la realizzazione di tutti gli spazi previsti per i meeting di atletica leggera (lancio del peso, salto in lungo, con l'asta, in alto, ecc.). Così ristrutturato è stato inaugurato il 5/5/1985. Attualmente costituisce uno dei migliori impianti di atletica leggera in campo nazionale.
Anche il nuovo Stadio Comunale è stato dedicato al giocatore dell'Empoli Carlo Castellani (centravanti empolese che attualmente detiene ancora il primato dei gol segnati in tutta la storia della squadra azzurra) che fu deportato, insieme ad altri cittadini empolesi, dai nazifascisti nel campo di sterminio di Mauthausen e non fece più ritorno. Una lapide commemorativa all'ingresso della Tribuna ricorda perennemente questa tragedia a chi frequenta lo stadio. 


PRINCIPALI MONUMENTI

PIAZZA FARINATA DEGLI UBERTI (Piazza dei Leoni)
Da sempre conosciuta da generazioni di empolesi col nome di Piazza dei Leoni, è la piazza principale dell'antico centro cittadino, circondata da bellissimi portici di varie epoche. E' arricchita al centro da una fontana marmorea opera del Pampaloni (1828) con le Naiadi e ai lati quattro leoni che con il loro getto d'acqua hanno dissetato nelle calde giornate estive tutti gli empolesi (da qui il nome confidenziale Piazza dei Leoni). Sulla Piazza si affacciano i più importanti edifici storici empolesi: l'insigne Collegiata, il Palazzo Ghibellino e il Palazzo Pretorio.
In questa piazza si è svolta per secoli la tradizionale festa del VOLO DEL CIUCO

Piazza Farinata degli Uberti o Piazza dei Leoni come la chiamano confidenzialmente gli empolesi

COLLEGIATA DI S. ANDREA
Simbolo della città di Empoli (è anche il simbolo ripreso dall'Empoli F.C. Calcio), la fondazione primitiva è da far risalire ad una Pieve del V secolo (forse costruita sui resti di un antico tempio romano o pre-romano, se non adirittura pagano di origine etrusca come testimonierebbero alcuni ritrovamenti archeologici in loco). Nel 1093 fu completamente ricostruita e docorata da una facciata in marmi bicromi, divenendo l'avamposto occidentale del romanico fiorentino, simile alla chiesa di S. Miniato al Monte a Firenze. Si pensa che la Collegiata di Empoli sia stata usata come banco di prova per poi costruire quella quasi identica di San Miniato a Firenze. All'interno troviamo testimonianze di tutto il periodo che va dal 1300 ai nostri giorni.

PALAZZO GHIBELLINO
Sorge di fronte alla Collegiata. Viene chiamato  così in quanto nel 1260 vi si svolse il più importante congresso dell'epoca, citato anche da Dante nella Divina Commedia, quello dei ghibellini . Qui vi si riunirono i vincitori ghibellini dopo la battaglia di Montaperti per decidere sulla distruzione della guelfa Firenze vinta e sgominata sul campo di battaglia. Venne deciso di radere al suolo Firenze e di deportare i suoi cittadini ad Empoli e dintorni. Il Capitano d'arme Farinata degli Uberti si oppose facendo prevalere altre tesi: Firenze venne risparmiata e negli anni a venire ebbe lo sviluppo che l'ha portata ad essere quella che attualmente è. Se Farinata non si fosse opposto probabilmente sarebbe Empoli adesso la città capoluogo della Toscana al posto di Firenze che sarebbe scomparsa. Il palazzo fu in origine sede dei Guidi, fu ristrutturato nel XVII secolo quando fu acquistato dai Del Papa. In esso trovano spazio adesso varie associazioni culturali cittadine tra cui l'Associazione Archeologica e l'Archivio Storico.

EX PALAZZO PRETORIO
Già sede del Comune, poi del Vicariato, distrutti negli anni gli stemmi podestarili che ne decoravano la facciata, a testimonianza dell'antichità restano il portone originale datato 1497 e un'arco a vista sopra ad esso.

MUSEO PINACOTECA DI S. ANDREA
Fondata nel 1859  è di fondamentale importanza per la pittura e la scultura tre-quattrocentesca, contiene opere di arte sacra provenienti dall'intero territorio. La più importante collezione della Toscana per quanto riguarda il settore. Molti pezzi pregiati provengono dalle chiese empolesi e dei dintorni e sono stati salvati dal tempo e dai saccheggi e oggi sono visitabili in questo museo adiacente alla Collegiata. Al suo interno anche un paio di ali usate per il famoso Volo del Ciuco.

CONVENTO E CHIESA DEGLI AGOSTINIANI
 La chiesta costruita dai frati di S. Agostino nel 1367 insieme all'annesso convento è stata riportata, dopo un lungo restauro, al primitivo fascino. All'interno si possono ancora ammirare alcune opere di Masolino e di Bicci di Lorenzo dei primi del 1400 oltre al gruppo marmoreo del Rossellino  del 1444.

CHIESA DELLA MADONNA DEL POZZO
Detta anche in antico "Madonna di fuori" in quanto unico edificio posto fuori dalle mura del castello. Sorge sui resti dell'Osteria della Cervia già esistente nel 1441. L'Osteria, metà di viandanti e avventurieri, bruciò in un incendio nel quale si salvò solo un tabernacolo su di un pozzo. Vi fu costruito allora un oratorio per venerare l'immagine che poi si trasformò in chiesa.

Fine del 1800: Chiesa della Madonna del Pozzo e Piazza della Vittoria


LA STORIA DI EMPOLI E DEGLI EMPOLESI
- "Non c'è futuro per chi nel presente non si ciba del proprio passato" -
(per SAPERNE DI PIU' clicca sui vari argomenti maiuscoli)

--Incerta  la storia antica e l'etimologia del nome Empoli. Fino a qualche anno fa si pensava derivasse dal latino Emporium (per i mercati che ivi si tenevano fin dall'antichità)  ma nuove recenti scoperte ne fanno risalire l'origine da In Portu, nome riportato su una vecchia carta stradale romana (la Tavola Peutingeriana attualmente nel museo di Vienna) dove all'altezza della attuale Empoli è riportato appunto il luogo "In Portu", posto sul fiume Arno. Pare che l'insediamento sia da far risalire al III secolo a.c. La tradizione attribuisce al V secolo d.c. la costruzione della Pieve di S. Andrea, da sempre simbolo della città, e intorno alla quale è nata espandendosi la città di Empoli. La più antica fonte scritta esistente che nomina la città di Empoli è un documento del 780; si trattava tuttavia di un insediamento posto alcuni chilometri più ad occidente dell'attuale, detto Empoli Vecchio e che corrisponde all'attuale abitato di Santa Maria.
--Questa fertile zona percorsa dall'Arno è stata scenario di insediamenti umani sin dalla più remota antichità, come attestano le numerose testimonianze di epoca preistorica (dal Paleolitico alla cultura Protovillanoviana) emerse in ogni sua parte. In età etrusca si svilupparono diversi abitati sulle alture, ma fu solo con la colonizzazione romana che si ebbero i primi insediamenti abitativi nella pianura empolese. Recenti scoperte archeologiche da parte dell' ASSOCIAZIONE ARCHEOLOGICA DI EMPOLI sembrano dimostrare una continuità abitativa nel centro di Empoli che si protrae dal 200-100 a.c. in via continuativa fino ai giorni nostri. Ritrovamenti di abitazioni, utensili, vasellame, monete e scheletri negli scavi del centro storico stanno a dimostrare che anche nell'epoca romana Empoli era attiva e fiorente. Alcuni sporadici ritrovamenti fanno supporre addirittura anche nel periodo etrusco una vita cittadina nel centro di Empoli, ma ancora le testimonianze sono troppo poche per poter avvalorare con sicurezza questa nuova e affascinante tesi sui nostri antenati.
--Nel 1015 la zona empolese si ribella sottraendosi al dominio dei Pisani. ll periodo di incertezza apertosi con la crisi dell'Impero Carolingio sfociò nella dominazione feudale dei conti Guidi pistoiesi e dei conti Alberti di Capraia. I primi ebbero dominio su Empoli e Vinci, mentre gli Alberti annoverarono tra i loro possessi il castello di Pontormo e quello di Montelupo.
--Nel 1119 la contessa Emilia dei conti Guidi, donò al pievano Rolando della Pieve di S. Andrea tutto il terreno circostante la Pieve stessa; a tale data si fa risalire ufficialmente l'odierno abitato cittadino. Nasce l'antica Comunità di Empoli (fondamenta di quella attuale) dall'unione fra la Lega di Empoli, la Lega di Monterappoli e la Lega di Pontormo che si unirono per meglio difendersi dai nemici. Ognuna giura fedeltà alle altre costituendo forza comune per la difesa del territorio. L'unione è ancora oggi rappresentata dallo stemma cittadino che è formato da tre simboli, la Collegiata (Empoli), il colle con l'uva (Monterappoli) e l'angelo sul castello (Pontorme).
--Nel 1120 il castello di Empoli fu fortificato dal conte Guido Guerra, ma l'importanza geografica di questo castello era troppo rilevante perché Firenze non cercasse di annetterselo
--Empoli restò indipendente ed autonoma fino al 1182, quando fu costretta a sottomettersi a Firenze e a prestarle giuramento di fedeltà, riservandosi però di evitare di combattere contro i conti Guidi che avevano donato la terra di Empoli. 
--Nei decenni successivi la Repubblica Fiorentina continuò nella sua opera di progressivo assoggettamento, acquistando nel 1255 dai Guidi il dominio di gran parte del castello per la somma di 28.700 lire. Nel 1273 completò l'annessione acquistando sempre dai Guidi la rimanente parte del distretto empolese per 8.000 libre.
--La posizione centrale, i comodi accessi, il traffico fluviale fecero della città una località prescelta dai centri limitrofi quale sede continua di mercati, fiere, convegni, paci, trattative, il più importante dei quali fu il convegno ghibellino del settembre 1260 dopo la battaglia di Montaperti, citato anche da Dante nella Divina Commedia. Nel "palazzo nuovo" dei Conti Guidi, in Piazza dei Leoni, che da quel momento passerà alla storia col nome di Palazzo Ghibellino, si riunirono i vincitori ghibellini per decidere sulla distruzione della guelfa Firenze vinta e sgominata sul campo di battaglia. Venne deciso di radere al suolo Firenze e di deportare i suoi cittadini ad Empoli e dintorni. Il Capitano d'Arme Manente degli Uberti, detto Farinata, si oppose difendendo coraggiosamente il diritto di sopravvivenza di Firenze e riuscendo a far prevalere altre tesi che quella che ormai sembrava già decisa: Firenze venne risparmiata e negli anni a venire ebbe lo sviluppo che l'ha portata ad essere quella che attualmente è. Se Farinata non si fosse opposto probabilmente sarebbe Empoli adesso la città capoluogo della Toscana al posto di Firenze che sarebbe scomparsa.
--La prima cinta delle mura che racchiudevano il neonato castello di Empoli fu in grado, più volte, di reggere l'impeto delle truppe di Castruccio Castracani, signore di Lucca, fino al 1328.
--Le mura furono completamente distrutte e diroccate (insieme a quelle del castello di Pontormo e di Montelupo) dalla grande disastrosa alluvione dell'Arno del 1333 (definita dagli scrittori dell'epoca come il grande diluvio).
--Nel 1336 a mura ancora da restaurare ci fu l'attacco alla piana empolese portato dagli Scaligeri di Verona, con Mastino II della Scala. Questo avvenimento rese della massima urgenza la ricostruzione della fortificazione. Fu iniziata immediatamente la costruzione di una nuova cinta muraria, più potente della prima, secondo un tracciato ancora incerto del quale restano poche vestigia, a parte la splendida Torre detta dei Righi presso l'Ospedale Vecchio.  
--Nel 1397 dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato, ritenuto inespugnabile, con lo strattagemma dei lumini appesi alle corna di capre e pecore, iniziò la tradizione del VOLO DEL CIUCO
--Alla fine del 1400 si rese necessaria per l'aumento della popolazione la costruzione di una terza cinta muraria, quadrangolare, della quale restano tuttora visibili ampi tratti. 
--Testimonianza realistica del castello di Empoli è l'affresco che il Vasari dipinse in Palazzo Vecchio a Firenze, a ricordo della coraggiosa resistenza di Empoli all'estenuante ASSEDIO DEGLI SPAGNOLI del generale Sarmiento, nel 1529, determinato dall'alleanza fra Carlo V e papa Clemente VII, ben deciso a riportare la famiglia Medici al governo di Firenze. Empoli cadde il 28 maggio 1530 nonostante l'abile difesa di Francesco Ferrucci e il valore dimostrato dai suoi abitanti. La caduta e la presa di Empoli da parte delle soldatesche spagnole e mercenarie italiane del Vitelli e del marchese di Vasto furono causate non con la forza ma con l'inganno e il vile tradimento di due vice-capitani che comandavano in quel momento la difesa del castello di Empoli: furono lasciate appositamente sguarnite le mura Nord, attuale Via Salvagnoli (sopra il bar Noi Due si nota anche l'antica lapide di marmo a ricordo del punto di sfondamento), e da lì gli spagnoli entrarono in città e la misero a ferro e fuoco saccheggiando tutto ciò che vi era di valore (vettovaglie, ori, preziosi) e uccidendo.
--Perduta l'importanza strategica in seguito alla conquista spagnola e perdendo la maggior parte delle risorse e dei tesori cittadini, Empoli conobbe secoli di buio anonimato ma pian piano la città riprese la propria vita commerciale tranquilla e laboriosa.
--Dal punto di vista urbanistico si segnala la costruzione del convento domenicano (1630) e di quello cappuccino (1609), mentre sul baluardo mediceo delle mura venne costruito l'Ospedale di S. Giuseppe (1754).
--Con l'avvento dei Lorena (1772) Empoli risentì degli effetti benefici dovuti alla liberalizzazione dei commerci sotto Pietro Leopoldo. 
--Nel 1774 Pietro Leopoldo le aggiunse i comuni di Monterappoli e Pontorme (patria del pittore Jacopo Carucci detto il Pontormo, 1494-1556) ufficializzando così il Comune di Empoli con l'antica composizione della comunità delle leghe così come era nata e si era sviluppata fin dal XII secolo, stemma comunale compreso. Con la restaurazione si fecero strada le idee liberali, sia pur ristrette ad un cerchio di intellettuali locali.
--Singolare episodio dell'attaccamento degli empolesi alla dinastia dei Lorena fu la rivolta del «Viva Maria» contro i francesi nel maggio del 1799.
--Nel 1800, di pari passo allo sviluppo manifatturiero, specie vetrario, si assiste ad un notevole sviluppo urbanistico e demografico della città. Questo è dovuto in buona parte alla costruzione del primo tratto ferroviario in Italia della famosa Ferrovia Leopolda, la linea Firenze-Empoli-Siena e alla costruzione del nuovo ponte sull'Arno, realizzato tramite l'insabbiamento di parte dell'alveo del fiume che lambiva le vecchie mura (Via Salvagnoli e Via Bisarnella). Purtroppo si assiste alla progressiva distruzione delle mura cittadine e delle porte d'entrata (Porta Senese, Porta Fiorentina e Porta Bocca d'Arno vengono abbattute, resta a ricordo la sola Porta Pisana) sostituite da piazze alberate, consone al gusto del periodo. 

--Nel 1830 vi venne fondata la prima manifattura italiana di fiammiferi (la Rosselli a Pontorme).
--Nel 1860 venne proibito per legge il volo del ciuco, anche per la crudeltà del volo, ma soprattutto per il messaggio di odio che inviava verso un paese vicino

--Nel 1920 venne fondato l'Empoli F.B.C. (Foot Ball Club in un inglese errato).
--Le tradizioni libertarie e democratiche del popolo empolese furono duramente represse dal fascismo. I fatti di sangue del 1921 con la RIVOLTA DELLA CITTA' DI EMPOLI contro i fascisti servirono da tragico pretesto per mettere la città a ferro e fuoco portando centinaia e centinaia di empolesi in carcere e facendola poi definire da tutti nel dopoguerra come "capitale morale dell'antifascismo in Toscana".
--Il 26 dicembre 1943 nel BOMBARDAMENTO AMERICANO della stazione ferroviaria oltre 150 persone morirono, la maggioranza nella zona delle Cascine, con bombe poco intelligenti  che andarono fuori bersaglio (anche oggi come allora la storia si ripete).
--Nel 1944 il centro storico di Empoli fu ulteriormente impoverito dai gravi danni provocati dal passaggio del fronte della seconda guerra mondiale, con bombardamenti a tappeto che oltre a provocare numerosi morti nella popolazione ridussero la città di Empoli a CUMULI DI MACERIE.
--Ventinove empolesi (uno riusci a fuggire ferito) furono fucilati il 24 luglio 1944 dai tedeschi per rappresaglia ad un'azione partigiana che portò all'uccisione di sei tedeschi (la regola dei nazisti di Hitler era uccidere cinque civili per ogni soldato tedesco ucciso).
--Alla Liberazione, 15-16 agosto 1944, Empoli era un ammasso di macerie, ma la tenacia dei suoi abitanti dette luogo a una rapida rinascita.
--Nel dopoguerra si è assistito ad un progressivo e paziente recupero, tuttora in corso, delle antiche strutture architettoniche ed urbane e della cultura della memoria e della storia cittadina.
--Nel marzo 1957 nelle nascenti frazioni di Spicchio e Sovigliana, appartenenti al Comune di Vinci, la maggioranza degli abitanti diede vita ad un comitato popolare per l'aggregazione mediante REFERENDUM DI SPICCHIO E SOVIGLIANA AL COMUNE DI EMPOLI, mentre altri cittadini in opposizione formarono un COMITATO PER L'INTEGRITA' DEL COMUNE DI VINCI contrario alla divisione: gli organi nazionali non concessero il nullaosta allo svolgimento del referendum che non si tenne.
--Nel 1986 l'Empoli Calcio che rappresenta la piccola comunità di Empoli, gioca per la prima volta nel massimo campionato nazionale di serie A, è la città più piccola in assoluto che vi abbia partecipato . 
--Ah....dimenticanza......una data importantissima per la storia di Empoli, il 14 Novembre 1976 in occasione della partita di Serie C Empoli-Olbia 2-0 fa la comparsa sulle tribune dello Stadio di Empoli il primo gruppo di tifosi sul modello ultras: Empoli Club RANGERS fu la prima denominazione ufficiale del gruppo   :-)


PER SAPERNE DI PIU' SU EMPOLI E SUGLI EMPOLESI

1397: Il VOLO DEL CIUCO.

Uno stemma del 1987 dei Rangers Empoli con il panorama di Piazza dei Leoni e il Volo del Ciuco

A partire dal 1397 in piazza Farinata degli Uberti (Piazza dei Leoni) si è svolta per secoli la tradizionale festa del Volo del ciuco.
Nel giorno del Corpus Domini un povero asinello veniva portato su per il campanile e appeso ad una carrucola su una corda, poi veniva fatto "volare" sulla piazza stracolma di gente in festa scendendo veloce dal campanile fino al loggiato del Palazzo Ghibellino dove la povera bestia finiva la sua corsa schiantandosi contro una delle colonne. Da come volava si facevano anche presagi e previsioni sull'andamento dei raccolti nei campi. Questa festa, tutta empolese, in un misto fra storia e leggenda, si narra venne istituita nel 1397, dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del castello di San Miniato al Tedesco, ritenuto all'epoca inespugnabile. Gli eventi tramandati raccontano che la Silvera, colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa risposte "Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in poter giammai degli empolesi"  Gli empolesi escogitarono allora uno strattagemma, raggrupparono tutte le capre e le pecore del contado e dopo averle radunate nella valle ad ognuna fu appeso un lumino al collo e alle corna. Di notte il capitano Cantino Cantini si presentò sotto le mura di San Miniato con duemila fanti empolesi a chiedere la resa della città: "Son Cantino della Valle con mill'omini alle spalle, e se questi un son bastanti, laggiù ce n'è altrettanti". Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato. La resa fu immediata e furono aperte le porte della città agli empolesi che lo conquistarono senza colpo ferire. Quando le pecore si avvicinarono e fu scoperto l'inganno fu troppo tardi, i samminiatesi erano stati disarmati. Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne invitato ad Empoli "dove avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco per il cielo di Empoli". Infatti, per commemorare la grande vittoria, i Senatori di Empoli ordinarono che il giorno seguente si facesse festa e che dal campanile un asino doveva volar per confermare le parole degli sconfitti. La festa in ricordo venne mantenuta per alcuni secoli e si svolgeva nel pomeriggio della festa cristiana del Corpus Domini, intrattenendo le genti in attesa della processione serale. Nel 1860 dopo l'Unità d'Italia venne proibita per legge, anche per la crudeltà del volo ma soprattutto per il messaggio di odio che inviava verso un paese vicino. E' stata poi ripresa nel 1981 come evento rievocativo, con sfilata in costume d'epoca e volo di un finto ciuco, protrattosi per alcuni anni unitamente al collaterale Torneo del giuoco della palla doppia che assegnava il Palio del Ciuco di Empoli al termine di maschie partite fra le contrade cittadine dei Rossi (Porta Fiorentina), Gialli (Porta Bocca d'Arno), Azzurri (Porta Senese) e Verdi (Porta Pisana). Le regole del gioco erano semplici: si giocavano partite simili al calcio storico in costume di Firenze utilizzando due palle ognuno del colore delle due contrade che si sfidavano. Chi segnava con la palla del proprio colore un punto, con quella avversaria due. Le palle dovevano essere infilate in un pertugio di circa 60 centimentri di diametro posto a due metri di altezza, che veniva difeso "alla morte". Quasi tutto era permesso e per questo si scatenavano violente risse in campo fra i giocatori e fra gli spettatori. Il gioco, la sfilata e il volo erano organizzati dal Comitato delle Antiche Ruzza, un gruppo di giovani volenterosi e amanti di Empoli e delle sue tradizioni che si ritrovavano presso il Circolo Arci Coop di Santa Maria. Per i costi troppo alti i Ruzzaioni, con pochi aiuti esterni, furono costretti ad interromperne lo svolgimento dopo pochi anni. Sarebbe auspicabile che la tradizione venisse ripresa in futuro per non perderne la memoria. Le generazioni di empolesi si tramandano da secoli il proverbio empolese "O studiar con impegno ed esser uomini, o in Empoli volar pel Corpus Domini".

Lo stemma del Comitato delle Antiche Ruzza Empoli

Nel maggio 1983 esce sul giornalino Topolino n. 1431 la storia a fumetti del volo del ciuco con protagonisti i paperi di Walt Disney.
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Articolo sul giornalino INFORMA n. 7 dell'Associazione Archeologica che annuncia il ritorno del volo
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  (STORIA)

24 Maggio 2008 - Commenti E IL CIUCO TORNO'  A VOLARE: Una piazza Farinata degli Uberti come mai vista da molti anni a questa a parte abbraccia la storica manifestazione. Il ‘volo del ciuco’ torna in grande stile dopo venti anni di stop. La classica manifestazione empolese del Corpus Domini ha richiamato nel pomeriggio di sabato tantissime persone che hanno affollato piazza Farinata degli Uberti per l’arrivo del corteo storico. Persone affacciate, altre addirittura ‘arrampicate’ alle finestre hanno seguito la manifestazione che ha subito un po’ di ritardo rispetto alle previsioni, con il ‘ciuco’ di silicone che è partito dal campanile della Collegiata un’ora dopo rispetto al programma. A parte questo, nessun intoppo ha fermato la rievocazione, nemmeno il tanto temuto maltempo.
La fase finale della sfilata ha visto entrare in piazza Farinata prima gli organizzatori, vestiti con abiti rinascimentali, assieme al gonfalone del ciuco, i lettori Marco Degl’Innocenti e Rossella Iallorenzi e un ciuco e delle caprette ‘vere’ che hanno destato molta curiosità. A seguire, hanno sfilato le contrade Caracosta e Porta Fiorentina di Cerreto Guidi e Porta Raimonda di Fucecchio, che hanno dato prova di sé anche con i loro musici e sbandieratori. Dopo una serie di letture che rievocavano i vecchi ‘castelli’ empolesi e le parrocchie locali, si è dato dunque il via al ‘ciuco’ realizzato negli scorsi mesi dall’associazione Fantabosco che, sotto le grida di grandi e piccini, si è ‘schiantato’ di fronte a Palazzo Ghibellino prima di essere preso a calci dai bambini, come vuole la tradizione. Soddisfatta appieno l’organizzazione, che a corredo della giornata aveva promosso un convegno storico, venerdì sera, e una mostra al Chiostro degli Agostiniani.   (gonews)


La sfilata
Il ciuco torna a volare Dignitari empolesi con le chiarine degli amici di Parma della Contrada S. Trinità di San Secondo Parmense La sfilata Secondo tradizione il ciuco viene fatto a pezzi dai ragazzi per prendersi un ricordo La piazza dei Leoni gremita

IL VIDEO DEL VOLO 2008 (da Mik - Fibbiana)
IL SERVIZIO DI ANTENNA 5 SUL VOLO 2008
GALLERIA FOTOGRAFICA VOLO 2008 (da GONEWS) 
GALLERIA FOTOGRAFICA CONTRADA TRINITA' S. SECONDO PARMENSE (PARMA)

GALLERIA FOTOGRAFICA DALLA PIAZZA VOLO 2008
VIDEO REALIZZATO DA FLORENCE WEB TV

LA PAGINA DE LA NAZIONE DEDICATA AL VOLO 2008
LA PAGINA DE LA NAZIONE PRESENTAZIONE VOLO 2008  
INTERVISTA AUDIO A LEONARDO TERRENI, ASSOCIAZIONE ARCHEOLOGICA MEDIO VALDARNO
IMMAGINI EDIZIONI ANNI '80  
FOTO DALLA MOSTRA SULLA STORIA DEL VOLO DEL CIUCO

Il documento che data la prima edizione del volo almeno al 1340
Il programma della mostra agli Agostiniani  Il programma della mostra agli Agostiniani- 2  La bandiera Rangers col volo del ciuco che ha sventolato per dieci anni sulle gradinate di tutta Italia  La sciarpa Rangers. il gagliardetto e altro materiale dei tifosi dell'Empoli dedicato al volo del ciuco

 Una parte della mostra dedicata ai tifosi empolesi  Una parte della mostra dedicata ai tifosi empolesi  Una parte della mostra dedicata ai tifosi empolesi  Volantino 1857 Treno speciale organizzato da Firenze per il volo e quadro rievocativo
Dalla rivista INFORMA n. 07 dell'Associazione Archeologica
    La storia del Volo del Ciuco uscita a fumetti su Topolino nel 1983   Il Tirreno conferma la notizia approvata anche in Consiglio Comunale   Anche il Tirreno copia la storia dal nostro sito internet dei Rangers
È nato è nato…, possiamo ben dirlo, è tornato il Volo del Ciuco, nel migliore dei modi e con una partecipazione che è andata ben oltre le più rosee aspettative.
Che dire, qualsiasi parola è superflua, le foto “aeree” di Piazza della Vittoria e Piazza dei Leoni strapiene di gente parlano da sole, e posso ben dire senza retorica che nei miei primi cinquant’anni “o quasi” non avevo mai visto una partecipazione e un coinvolgimento popolare di queste dimensioni.
È anche il momento di tirare le prime somme e riflettere su cosa si è “scatenato” nella nostra città in questi pochi giorni, il dato essenziale che salta all’occhio è proprio lo spirito di collaborazione, di partecipazione, di solidarietà nato e sviluppato grazie a questa idea, a dimostrazione sia del legame che Empoli e gli Empolesi nutrono per il “Volo del Ciuco” scritto in modo indelebile del dna di questo popolo, che per lo spirito solidale che ci contraddistingue.
Ho già avuto modo di dirlo, ma è importante ribadirlo, tutto nasce “come succede sempre nelle migliori storie” da un gruppo di amici come i “quattro amici al bar” del libro Via Etere, che ad Empoli hanno già fatto qualcosa, questo nasce dalla volontà di lavorare per la nostra città, di impegnarsi per ciò in cui si crede, per esprimersi, socializzare e rendere vivo il nostro territorio.
Nasce da “bravi ragazzi” tutti compresi, che si sono uniti sotto la stessa “bandiera” per un ideale, nasce da quel gruppo di giovani o quasi “uniti” per fare qualcosa di utile, nasce da quel gruppo unito sotto la bandiera di Emiliano, scrissi a suo tempo nel libro “Ciao Emi” (…) non vuol’essere una commemorazione nel ricordo di Emiliano, ma soprattutto essere come una Fenice un messaggio di rinascita, per la nostra vita, per la nostra fede con uno spirito di fratellanza. Qui inizia una nuova “partita” tutta da giocare, qualcuno prenderà il testimone, qualcuno o molti l’hanno già preso, questa è la logica di vita che ci piace, una logica per “fare, costruire” con amicizia, solidarietà, inseguendo anche un ideale qualunque esso sia, ma privilegiando i rapporti umani, la persona nel suo essere a prescindere dal colore della pelle o della maglia (…)
Questo è uno dei risultati ottenuti e allora, grazie, grazie a Claudio Del Rosso, a Sergio Antonini, a Luciano Ramazzotti, grazie ad Athos Bagnoli, a Graziano Mori, grazie all’Avis, all’Aido grazie al Coordinamento clubs Azzurri, ai Rangers, ai Desperados, a tutti i giovani che si sono prestati in modo impeccabile per il servizio d’ordine, grazie al gruppo Archeologico, a Leonardo Terreni, Alessandro Vegni, grazie agli artisti Mauro Masoni, Eugenio Taccini, alle ceramiche Tiziano, Giuliano Mannozzi e Sauro Mori che hanno prestato la loro “arte” per l’iniziativa, grazie a Giuliano Lastraioli, a Vanna Arrighi, Rossana Ragionieri, Mauro Ristori per la tavola rotonda di venerdi, grazie alla Pro Loco, al Comune di Empoli, Luciana Cappelli e Filippo Sani, a Emilio Cioni, a Stefano Generali, Patrizia Tellini, e Cinzia Niccolai, grazie Franco Benedetti, Alessandro Bagnai, Alberto Luchini, Giulia Neri, Rosa Loglisci, Simonero Vadi, Paolo Tomberli, Fabio Bonfanti, Anna Chiarugi, Mauro Singulti, Carmine Bucci, a Lorenzo Parenti di Banca Cambiano, ai Vigili Urbani di Empoli, al Cap. Faleburle, la Polizia di Stato e i Carabinieri, grazie a Fantabosco, a Padre Piroli, ad Andrea Bruscino, ai ragazzi della 3° Liceo del Calasanzio, grazie alla VAB, alla Misericordia, alla Pubblica Assistenza, grazie a Guido Fiorini, Marco Fani, Alberto Andreotti, Sara Bessi, Irene Puccioni, ad Alessandro Lippi, a Francesca Pinochi, a Daniele Dei, Agnese Fedeli, Francesco De Cesaris e Simona Fossi, grazie a Gonews, ad Antenna 5, la Nazione e il Tirreno, grazie a chi si è messo in gioco mettendoci oltretutto la “faccia” per il corteo storico, le “dame” Giulia Terreni e Roberta del Sordo, gli speakers Marco degl’Innocenti, Rossella Iallorenzi, grazie ai commercianti del centro, a Confesercenti, a Nigi, a Corrieri, grazie alla Chiesa Collegiata, al Proposto e Don Daniele, alla Nuova Stampa, grazie alle contrade di Cerreto Guidi, Fucecchio, e al comitato Cecco Santi di Vinci, grazie ai due musici della contrada Trinità del palio di San Secondo Parmense e al Dido di Parma in particolare, grazie al ciuco “quello vero” ed al suo padrone Riccardo Scappini, grazie alle tre caprette ed al loro proprietario Pietro, insomma GRAZIE, grazie a tutti grazie a chi per nostra distrazione non abbiamo citato e grazie anche a chi da "attento osservatore" non ha capito cosa è successo in questi due giorni, ed un grazie a nome di tutti noi alla città di Empoli per la gioia che ci ha regalato, che rimarrà nella storia cittadina e personale.
Siamo stati un bel gruppo, concedetemi di sottolinearlo, entusiasti del progetto ma anche seri professionisti, sviluppando quest’idea sì con il cuore, ma anche con una grande professionalità che ha contraddistinto i singoli uomini e donne del gruppo di lavoro, siamo stati ampiamente ripagati “moralmente parlando, sia chiaro” con l’immensa soddisfazione nel vedere la città viva ed orgogliosa delle proprie origini, della propria storia e delle proprie iniziative, perché come sostengo da tempo: conoscere il passato aiuta a progettare il futuro!

 

 

1529: L'ASSEDIO DEL CASTELLO DI EMPOLI
La coraggiosa resistenza di Empoli nel 1529 all'estenuante assedio degli spagnoli guidati dal Principe d'Orange (determinato dall'alleanza fra Carlo V e papa Clemente VII, ben deciso a riportare la famiglia Medici al governo di Firenze), permise ai fiorentini di alzare le mura di Firenze e di prepararne al meglio le difese. Il capitano che rifulse per valore durante l'assedio fu FRANCESCO FERRUCCI. Di antica ma povera famiglia, aveva appreso il mestiere delle armi. Il Ferrucci fu mandato da Firenze commissario ad Empoli, una importantissima posizione che assicurava le comunicazioni tra Firenze e Pisa. Ad Empoli munì solidamente il castello così da renderlo quasi inespugnabile; ammassò vettovaglie, che servirono a rifornire la capitale della Toscana: si diede cura di tenere sgombre dal nemico le vie; riprese ai partigiani dei Medici Castelfiorentino; sbaragliò presso Montopoli una colonna imperiale, liberò San Miniato dagli spagnoli; col suo ardimento e con la sua instancabile attività risvegliò l'amor patrio dei contadini del Valdarno e diventò l' idolo dei suoi soldati e il terrore dei nemici. Il castello di Empoli non doveva cadere in mano nemiche, ne andava della sopravvivenza di Firenze. Essendo l' impresa difficile, da Firenze furono mandate a Francesco Ferrucci cinque compagnie. Con questi rinforzi si trovava tal ANDREA GIUGNI, destinato a succedere al Ferrucci come commissario a Empoli, il quale di lì a poco doveva tradire la patria e consegnare Empoli al nemico. Le compagnie, durante la marcia furono attaccate da truppe dell'Orange. Caddero in un'imboscata ed erano ridotte a mal partito quando a soccorrerle venne il Ferrucci che poi con esse rientrò ad Empoli. Due giorni dopo, all'alba del 27 aprile del 1530, il Ferrucci, con quattro compagnie di cavalleria leggera e sette compagnie di fanti, uscì da Empoli per andare a liberare Volterra caduta in mani nemiche. La guarnigione rimasta a Empoli era sguarnita ma avrebbe retto anche così agli assalti spagnoli in attesa del ritorno del Ferrucci e dei suoi uomini. Non fece a tempo, Empoli cadde il 28 maggio 1530 nonostante l'abile difesa e il valore dimostrato dai suoi abitanti. La caduta e la presa di Empoli da parte degli spagnoli avvennero non con la forza ma con l'inganno e con il vile tradimento di due vice-capitani (uno fu Andrea Giugni lasciato dal Ferrucci a comando delle forze militari a difesa del castello): furono lasciate appositamente sguarnite le mura Nord, attuale Via Salvagnoli (sopra il bar Noi Due si nota anche l'antica lapide di marmo a ricordo del punto di sfondamento delle mura) e da lì gli spagnoli entrarono in città e la misero a ferro e fuoco saccheggiando e uccidendo   (STORIA)

 

1921: LA RIVOLTA DI EMPOLI E I FASCISTI CHE LA METTONO A FERRO E FUOCO
In un periodo in cui tutta l'Italia si stava fascistizzando, nella nostra zona però non attecchiva il modello fascista, anzi si stavano invece creando modelli cooperativi e di coscienza solidale di classe. 
Negli anni del primo dopoguerra (I^ Guerra Mondiale 1915-18) la crisi politico-economica si manifestò con una enorme differenza di redditi fra le varie classi sociali. La volontà di lotta di operai e contadini che attraverso grandi lotte chiedevano soluzioni rivoluzionarie per migliorare il proprio tenore di vita si scontrò con i limiti dell'allora Partito Socialista di arrivare a tali obiettivi. La lotta assunze aspetti sempre più rivoluzionari e radicali sotto la spinta di quello che stava accadendo in Russia. Il vento dell'est stava spirando anche da noi e fece grande presa sul popolo del Medio Valdarno e della Valdelsa. Ma a livello nazionale il Partito Socialista si stava dimostrando troppo riformista verso le nuove ideologie fasciste. Portavoci di tale dissenso furono i giovani guidati dall'empolese Abdon Maltagliati che localmente costituirono la Guardia Rossa in difesa delle organizzazioni proletarie. Nelle elezioni amministrative dell'ottobre 1920 i socialisti, sotto le nuove insegne rivoluzionarie, conquistarono tutti i Comuni della nostra zona con maggioranze schiaccianti.  il 20 febbraio 1921 il sindacalista empolese Spartaco Lavagnini sancì definitivamente il distacco dal Partito Socialista e la nascita del Partito Comunista a Empoli. Intere sezioni, i giovani socialisti, la Guardia Rossa e molti sindacalisti, passarono in massa al nuovo partito.
F
u così che molte città venivano prese d'assalto dagli squadristi che incendiavano e distruggevano, picchiando tutti quelli che la pensavano diversamente e che si opponevano. La connivenza con l'esercito e la forza pubblica era palese e nessuno interveniva a impedire questi tumulti. 
I fascisti toscani fino ad allora non avevano mai osato scoprirsi nell'Empolese ma avevano demandato la repressione del movimento operaio alle forze di polizia limitandosi a sporadici raid squadristi con gente che veniva da fuori e che spesso, come a Montespertoli, soccombevano alla Guardia Rossa locale.
Paesi intorno alla cerchia empolese avevano già subito questi interventi ma ad Empoli non avevano mai osato recarsi, forse perchè sapevano che era ben difesa con le armi dalla Guardia Rossa. La paura che prima o poi ciò sarebbe avvenuto anche da noi serpeggiava nella cittadinanza e continui falsi allarmi erano pressochè giornalieri.
Il 27 febbraio 1921 scattò a Firenze il piano repressivo predisposto dalle autorità politico-militari d'accordo con i capi fascisti. Iniziò la repressione con l'assassinio di alcuni dirigenti del movimento operaio fiorentino fra cui l'empolese Spartaco Lavagnini. Per protesta subito a Empoli e in altre località toscane venne proclamato uno sciopero generale di mobilitazione che sarebbe proseguito per diversi giorni. C'era nell'aria un clima surreale di tensione. Il momento dello scontro civile e sociale per la difesa delle proprie conquiste e della propria vita sembrava inevitabile.
Questo era il clima generale in cui si ambientava questo drammatico momento della collettività empolese. Nelle prime ore del pomeriggio del 1 marzo 1921 fu fatta circolare abilmente dai paesi vicini la notizia che alcuni camion carichi di fascisti in borghese armati stava arrivando dal pisano e stavano passando da Fucecchio diretti verso Empoli (in realtà poi si seppe che erano marinai di Livorno a cui era stato ordinato di andare in borghese e sotto scorta armata a Firenze passando da Empoli. Chiara la provocazione con le false notizie che la precedettero). "Ci siamo, arrivano gli squadristi". Le autorità militari locali invece di intervenire per fermare i camion ed identificarne gli occupanti, premurosamente si trincerarono con i familiari nella caserma dei Carabinieri. Gli empolesi presero armi, forconi e bastoni e si prepararono alla difesa della loro città (gli abitanti a quel tempo erano meno di 20.000). Quando i camion entrarono in Empoli da Via Chiarugi, unica via di accesso alla città, fu sparato da un camion un colpo di fucile. La popolazione non ebbe più alcun dubbio sulle intenzioni di quella spedizione e si scagliò contro i camion armati circondandoli al grido di "i fascisti non distruggeranno Empoli". Nessuno si accorse subito dell'equivoco e prima che si potesse chiarire la situazione i fantomatici fascisti ebbero 8 morti e 9 feriti. Molti marinai si salvarono perchè furono protetti da alcuni empolesi che si erano accorti prima degli altri dell'errore.
I tragici fatti di Empoli fornirono il pretesto per allargare la repressione all'intera provincia. Il 2 marzo 1921 l'esercito, che guardacaso era già pronto a Firenze, arrivò e si impossessò di Empoli mettendolo in stato d'assedio, arrestando un migliaio di empolesi, tutti quelli che avevano partecipato alla rivolta, che avevano un ruolo istituzionale o che solamente erano considerati sovversivi (anche se non erano in città al momento dell'eccidio, come Abdon Maltagliati). Furono portati in carcere a Firenze. Subito arrivarono le tanto temute squadraccie fasciste. Indisturbati misero Empoli a ferro e fuoco: bruciarono il COMUNE, le COOPERATIVE, le SEDI DI PARTITO, le CASE DEL POPOLO, CAMERA DEL LAVORO, tutto, nulla di associativo si salvò. Nei giorni successivi la stessa sorte toccò alla "cintura rossa" di Empoli. Vennero armati dall'esercito i fascisti e questi si lanciarono alla conquista dei paesi limitrofi, scontrandosi con le difese proletarie ma sotto la protezione dell'esercito che metteva i paesi in stato d'assedio in modo che ad essi non venissero a dar man forte dall'esterno. Il 4 marzo 1921 a Fucecchio in pieno regime di occupazione militare i lavoratori difesero con le armi in pugno la Casa del Popolo e il Comune, che esercito e fascisti riuscirono ad espugnare soltanto in virtù della superiorità di armamento. Poi caddero ad una ad una le resistenze di Certaldo, Cerreto Guidi, Castelfiorentino, Montespertoli, Vinci e Castelnuovo d'Elsa.
Il 4 marzo 1921 i fascisti fiorentini vennero a fondare il Fascio di Empoli, per gettare le basi per riuscire ad annettere anche questo territorio da sempre in mano ai "rossi". Il carattere classista del fascismo fu confermato dato che subito ci fu l'adesione delle dieci più grandi famiglie di agrari e industriali del luogo, seguiti da grossi commercianti, professionisti e studenti nazionalisti, categorie che erano sempre state a tramare nell'ombra.
Il cuore di Empoli però non si assoggettò e non diventò mai fascista. Anche negli anni dopo, in un Italia completamente fascistizzata, non prese mai fortemente campo qui da noi questa ideologia e a tutte le elezioni comunali successive (finchè si sono effettuate), non vinse mai ad Empoli un candidato del blocco fascista, diversamente da quello che succedeva in tutta Italia. Quando facevano le manifestazioni o inaugurazioni, dovevano far venire gente da fuori per far vedere che la gente partecipava in massa agli eventi politici empolesi. Questo è spiegato naturalmente dal fatto che quasi tutte le famiglie empolesi avevano avuto qualcuno direttamente coivolto nei fatti del 1921. Degli empolesi arrestati centinaia furono condannati, migliaia furono picchiati e denunciati, e quindi ogni famiglia covava odio verso i fascisti che avevano distrutto tutta l'economia locale e portato in carcere i loro parenti. Questo forte antifascismo si è protratto poi fino ai nostri giorni, anche se pur affievolendosi nelle nuove generazioni. Fa però ormai parte del nostro DNA. Anche per questo Empoli è stata definita e viene appellata come "capitale morale dell'antifascismo in Toscana" e decorata con la medaglia d'oro dal Consiglio Regionale. Ecco questa in breve è la storia dei fatti del 1921 a Empoli. Chi vuole approfondire può leggersi i libri "Empoli in gabbia", "Era la resistenza", "100 anni della Camera del Lavoro a Empoli" oppure può guardarsi il bel film "Empoli 1921 - Film in rosso e nero" di Ennio Marzocchini. 
        (STORIA)

La locandina del film "Empoli 1921 - un Film in rosso e nero"

 

26 DICEMBRE 1943 - IL TRAGICO BOMBARDAMENTO AMERICANO SU EMPOLI
Empoli, domenica 26/12/1943, S. Stefano, o
re 13,10 - 36 aerei americani B-26 Marauder, bimotori da bombardamento partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna con un carico ciascuno di 1.360 kg di bombe. Sganciarono in totale 210 bombe delle 222 caricate su 37 aerei (uno tornò indietro per un'avaria e un'altro non le sganciò per un difetto al meccanismo di sganciamento, e quindi ci risparmiarono 12 bombe che chissà dove sarebbero cadute). Solo 40 bombe colpirono l'obiettivo Stazione, le altre 170 caddero fuori bersaglio principalmente nel quartiere delle Cascine. Zone colpite: la Stazione Ferroviaria e il parco di smistamento treni oltre ai quartieri delle Cascine, del Puntone, di Ponzano, di Pontorme e di Pratignone. Mai Empoli era stata bombardata. Questa fu la prima volta di una lunga serie che ebbe termine il 28 luglio 1944. La differenza fu che le altre volte trovarono Empoli quasi deserta per lo sfollamento fuori città di quasi tutte le famiglie. Questa volta, la prima, le bombe fecero quel giorno 123 vittime civili, 260 feriti di cui 54 gravi, qualcuno morì giorni dopo, e alcuni dispersi che non furono mai ritrovati. Si considera che in totale siano state oltre 150 le vittime finali di quel bombardamento.
Testimonianza diretta: "Il 26 dicembre 1943, giorno di Santo Stefano, fu un giorno incancellabile dalla memoria di Empoli. Una bellissima giornata con un cielo luminoso e terso dove spirava un asciutto vento invernale. Una di quelle giornate in cui la gente sente il desiderio di "spollaiarsi" al sole. Il Natale era appena trascorso e oggi era un'altra domenica di festa.
Rispondo al nome di Camillo, sono nato ad Empoli il 12 novembre del 1900. Sono stato un colono comunista, iscritto al Partito sin da giovanissima età. Fui colpito da mandato di cattura nel ’27 e, in seguito, deferito al Tribunale Speciale, ma riuscii ad allontanarmi dalla persecuzione fascista, dandomi a una difficile latitanza. Fui tratto in stato d’arresto nel nostro Paese, nel gennaio del ’31. La mia storia personale è simile a quella di molti altri che, come me, hanno pagato di persona, per affermare i princìpi di libertà e democrazia, unico argine all’avanzata di qualsiasi sistema autoritario. Talvolta, per radio, potevo ascoltare le notizie dei bombardamenti sui grandi centri del Nord, mi graffiavano in modo sottile, ma non sembravano avere il medesimo effetto sui miei compagni. Molti empolesi, ritenevano che la nostra città non costituisse un punto di particolare interesse logistico, per nessuna delle parti in conflitto ("prima di bombardare Empoli c'è Firenze.....c'è Pisa..." così ragionava la gente), ma purtroppo non era del tutto vero. Il suono pesante e sordo dei colpi di cannone, con il fischio gelido dei fucili, intonava un canto aspro, che ammorbava l’udito di coloro i quali, loro malgrado, avevano il dovere di ascoltarlo.
Era scoccato da poco il tocco (le ore 13) quando, il 26 dicembre 1943, la sirena ferì, con suoni penetranti e freddi i volti dei vecchi, riempiendo con gomitoli di angoscia le rughe dei cuori. Era accaduto già tante volte che il rudimentale sistema di allarme avesse lasciato libero il metallo di quel suono
, ma niente era accaduto. Certamente anche questa volta si sarebbe trattato di un altro falso allarme. Questa volta, tuttavia, qualcosa di indefinibile, una sorta di languore dell’anima, negava ai sensi, già eccitati per il freddo, la confortante certezza che, proprio di un falso allarme si trattasse. Stavo per iniziare il pranzo, quando il cielo fu invaso dalle squadriglie aeree che, pronte per il bombardamento, si avvicinavano lentamente ed inesorabilmente all’abitato brucando l’azzurro. L’allarme acustico si fondeva con il potente boato, esploso dagli apparecchi in volo. Lì per lì la gente provò un certo smarrimento: era la prima volta che tanti bombardieri sorvolavano il cielo empolese. L'ansia e la curiosità si fondevano insieme. Non ci fu tempo per riflettere. Un sibilo penetrante e insolito lacerò i nostri timpani: i piloti avevano già premuto i pulsanti e tonnellate di bombe stavano precipitando verso il basso. Gli obiettivi, che dovevano essere rasi al suolo, erano la stazione ferroviaria e la linea Firenze-Pisa. I 36 bombardieri erano decollati dalle basi di Decimomannu in Sardegna e gli ordini per la missione erano stati categorici: colpire senza errore gli obiettivi, ad ogni costo!
Ancora per pochi attimi tutto rimase tranquillo. Poi il finimondo! Le case cominciarono a vacillare, a crollare, le strade a cospargersi di massi, pietre e detriti. Un polverone denso si alzò avviluppando ogni cosa e rendendo l’aria quasi irrespirabile. Le grida di terrore, erano più forti del rumore assordante delle bombe. Soltanto chi ha udito quei tremendi boati, soltanto chi ha visto scoppiare una bomba a poche decine di metri di distanza ed è stato scaraventato via come una foglia in un turbine di vento, sa cosa significhi un bombardamento aereo. La distruzione si protrasse per circa dieci minuti lunghi come secoli e fu seguita dal mare piatto della rassegnazione. La stazione e la linea ferroviaria erano state colpite in pieno. Grazie a Dio, il centro non era stato lesionato in modo rilevante e buona parte del merito spettò non certo al buon cuore degli incursionisti ma fu dovuto semplicemente ad un fattore imprevisto ed imponderabile: la tramontana. Fu quel vento freddo e impetuoso che iniziò a spirare dal mattino su Empoli a trattenere e deviare le bombe nella loro folle discesa, facendole precipitare in massima parte nella campagna fuori Empoli. Se non ci fosse stata la tramontana probabilmente Empoli sarebbe stata rasa al suolo con la morte della maggioranza della popolazione che non si aspettava un bombardamento. Una tragedia inaudita. Le uniche esplosioni che interessarono l’area più densamente popolata furono registrate tra Via Verdi e Via Giovanni da Empoli. Anche se una sinergia di fattori aveva limitato i danni, il prezzo pagato, in termini di vite umane, non fu trascurabile. Molte donne e uomini vennero strappati alla vita, soprattutto nel rione delle Cascine. Mi diressi verso l’area maggiormente disastrata, a bordo di un vecchio furgone, recuperato fra i mezzi scampati al bombardamento e posti a disposizione dei volontari del soccorso. Era un veicolo praticamente inutilizzabile, ma in caso di estrema necessità si riescono a compiere piccoli miracoli. Attingendo alla cultura popolare toscana, i’ bisogno fa trottà le vecchie. La scena che vidi giungendo a destinazione era raccapricciante, vigili del fuoco e volontari stavano scavando con pale, o a mani nude, per tentare di salvare i sepolti vivi, che erano relativamente numerosi. Gettai tutte le forze, tentando di portare aiuto a qualcuno. Tutti spalavano con rabbia e vigore e quando un cadavere veniva recuperato scene di disperazione, dolore e lacrime. Alcuni furono estratti in vita ancora l’indomani, molti morirono senza lacrime."  
(CAMILLO - Antifascista empolese)               (STORIA)

26/12/1943 Bombardamento della Stazione e delle Cascine ripreso in diretta da un bombardiere U.S.A. 26 dicembre 1943: la stazione di Empoli dopo il bombardamento americano

 

1944 - PASSA LA GUERRA E LE BOMBE DISTRUGGONO IL CENTRO STORICO DI EMPOLI

1944: l'incrocio Via del Giglio con Via Ridolfi visto da P.za della Vittoria dopo un bombardamento
  (STORIA)

 

07 Ottobre 2008 - Commenti CURIOSITA' - Regalatevi un giro aereo su Empoli - Fatevi un bel giro aereo sulla città di Empoli (e sullo stadio) a bordo di un ultraleggero insieme al "Capitano Ghianda". Bellissimo e spettacolare .......... un'emozione da non perdere ......... allacciatevi le cinture ....... si parte!!


http://it.youtube.com/watch?v=JOB41KZ3PP0 

 

18 Giugno 2008 - Commenti AMARCORD - 1987: i tifosi empolesi vincono "Professione Supporters" a Rete Quattro -  Un pò di storia per i più giovani ..... e un pò di ricordi per i più vecchi. E' il 1986, l'Empoli gioca il suo primo campionato di serie A e i tifosi empolesi si trovano proiettati in un mondo nuovo, sono chiamati per la prima volta a convivere con una notorietà che non conoscevano, quella riservata alle squadre che giocano il massimo campionato. Gli allora unici due club ufficiali del tifo empolese (Rangers 1976 e Club Azzurro Pontorme) sono chiamati a partecipare a Rete Quattro alla trasmissione Professione Supporters, che in svariate puntate al venerdì metteva a confronto a eliminazione diretta stile Coppe tutte le tifoserie delle squadre di A. Doti necessarie inventiva, comicità e soprattutto senso di appartenenza caratterizzato alla propria squadra e città. Gli empolesi, tutti veri e genuini, si trovano a fare cose inusuali a cui non erano abituati ma sono talmente bravi che alla fine vincono il torneo. Battute nell'ordine nelle varie serate il Milan (che giocava in casa), la Fiorentina, il Verona e in finale la Roma. Inserite alcune foto e un articolo da Play Sport Spettacolo.

Articolo su Play Sport Spettacolo pagina 1  Articolo su Play Sport Spettacolo pagina 2  Articolo su Play Sport Spettacolo pagina 3  Sotto la Curva Sud per festeggiare la vittoria ....... Ariani, Assirelli, Tasso, Graziano, Poppero, Biga  Il gruppo dei tifosi empolesi dei Rangers e del Club Pontorme al termine della loro prova  Le tre "porcelline" Fabrizia Carminati conduttrice del gioco Giorgio Ariani col Poppero nella parte del portiere dell'Empoli "passerotto"
 Il gruppo dei tifosi empolesi Graziano, Laschetti, Assirelli alzano la coppa appena letto il verdetto allo Studio di Rete Quattro  La vittoria finale con in primo piano Paolo Villaggio, Silvano Bini, Brizio Grazzini e Alviero Carmignani

 

09 Settembre 2008 - Commenti CURIOSITA' - 1993: Quando un Pesce d'Aprile smuove una città -  Ho trovato tra mie tante cose empolesi un volantino che è entrato di diritto a far parte della storia cittadina di Empoli. Molti di voi forse se lo ricorderanno o ne hanno sentito parlare. Nel 1993 un gruppo di burloni che ogni anno era dedito all'organizzazione di scherzi e Pesci d'Aprile ne organizzò uno veramente fantastico e ben riuscito. Nella notte imbucarono nelle cassette postali di quasi tutta Empoli e zone limitrofe il volantino che trovate qui a fianco (anche se volete molto grossolano e pacchianamente falso). Molti se accorsero subito che era uno scherzo ma molti no. Infatti il giorno dopo 1 aprile alle ore 9 c'era una fila incredibile di persone in attesa che aprisse la Publiser con in mano bottiglie e barattolini d'acqua per farli analizzare e vedere così se conteneva il pericoloso "elirpa decsep". Gli uffici comunali furono subissati di telefonate di cittadini allarmati che chiedevano informazioni. Malgrado poi in tutta la giornata si fosse sparsa la voce di questo ben riuscito Pesce d'Aprile con notizia data da giornali e TV ci furono sempre persone nei giorni seguenti che continuavano a portare bottiglie d'acqua alla Publiser per farle analizzare. Per tramandare questo "evento di cultura" empolese ai giovani che non ne hanno sentito parlare ho voluto inserire questa notizia. Il gruppo di organizzatori della burla era tutto empolese (ma qui mi censuro anche se i nomi li sanno in molti e sono personaggi ben conosciuti). Spero di avervi fatto cosa gradita.

Il volantino del Pesce d'Aprile del 1993

 

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Cartina interattiva paesi del Circondario Empolese-Valdelsa


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